venerdì 19 febbraio 2010

“NATI LIBERI”
– Dal capo alla coda dell’occhio-

Prendi un pennarello nero.
Punta grossa.
Vai verso il calorifero sotto la finestra,
accucciati e appena dietro l’ultima canalina del sifone segna un punto sul muro.
Poi vai a letto.
Dormi.
Sognaci su.
Quando la mattina dopo ti svegli e ci appoggi l’occhio, vedi fuori. Ma no fuori al di là del muro, altrimenti bastava appoggiare il naso alla finestra, un fuori diverso, una domenica d’estate, un carosello.


Tutti lo sanno e sono pronti.
Nessuno dice niente ma il ronzìo è da gran daffare. Chi è capace di infilarsi nel muro sbucherà direttamente dagli alberi: Cosimo si arrampica legando insieme più lenzuola, Viola dondola un'altalena a testa in giù, il signor Giacomini accovacciato su di un ramo lancia la lenza in attesa di ripescarsi la bicicletta.

Chi conosce la strada ha deciso che stavolta si muoverà in mongolfiera, perché è meglio stare leggeri.

Chi ha pronta la merenda, l’attaccherà su un altissimo albero della cuccagna, che a vederla lassù fa ancora più gola.

Chi ancora non sa niente chiede a Jinny. Jinny è amica di tutti. Tutti abbiamo un’amica che sa sempre prima di noi: capelli ricci, rossi e lentiggini. Dice le cose più incredibili con una naturalezza tale, che un giorno o l’altro ti aspetteresti di vederla volare.

Di nascosto tutta la città brulica di preparativi: i fratelli Sestrière dall’alto dei loro trampoli rassettano i suonatori, i clown cinguettano dal naso, la Delicata Socitetà dei Notturni lustra le lanterne, Loly e Litz piroettano sui loro trapezi. E poi danze, voci, apparizioni, rumori, carabàttole.
Che suspence! Che segreti! Che attesa!
Il giorno è vicino. La coda dell’occhio trema: un abbaglio di bianco, una pioggia di foglie, all’insù.



nicola.cazzalini(at)gmail.com